Sono più di 70 in Italia i complessi che hanno ospitato gli ospedali psichiatrici dal 1904 al 1996: hanno rinchiuso la follia, ma anche tante storie di uomini e di donne.

Un patrimonio umano e culturale che non può essere conservato e valorizzato solo in un museo. ​

Che ne è stato di quei luoghi dopo la deistituzionalizzazione? 
Sono riusciti a riqualificarsi sconfiggendo l’immagine di degrado che rimandava allo stigma o sono rimasti vittime di regole inibitive e dell’inerzia amministrativa?
Che posti sono diventati?
Luoghi che valorizzando le differenze e opponendosi all’omologazione parlano della rivoluzione avviata negli ultimi quarant’anni o luoghi riconvertiti in maniera funzionale ma anonima?
Luoghi in cui nessuno riconosce i matti ma neanche li disconosce, in cui il diverso non lo distingui ma nemmeno lo respingi?
Posti nella norma o posti che continuano a parlare di una distanza, di uno scarto rispetto alla mediocrità della normalità?
Posti di cui si dice “qui c’erano i matti” o posti che ti spingono ad interrogarti sul processo di trasformazione che hanno ospitato?
Luoghi in cui è ancora possibile disegnare la trasgressione o luoghi in cui le leggi vengono interpretate in maniera restrittiva e non evolutiva?

Ce lo chiederemo venerdì 30 novembre a Trieste assieme a tante persone che in quei luoghi hanno lavorato o su quei luoghi hanno riflettuto e sognato, elaborando proposte critiche e innovative per il futuro: enti proprietari, operatori della salute mentale, architetti, realtà dell’economia sociale, sociologi, giuristi, economisti, storici.

L’appuntamento è il 30 novembre 2018 dalle 8.30 alle 17.30 al teatro “Franca e Franco Basaglia” qui nel Parco di San Giovanni di Trieste.

Info e programma qui 

Data evento: 
Venerdì, Novembre 30, 2018